Nel 2001, quando lo scienziato Alexei Erchak (del Massachusetts Institute of Technology) ha inventato un nuovo tipo più efficiente di LED, non sapeva ancora di copiare una tecnologia che certe farfalle africane utilizzano da 30 milioni di anni.
I LED (da "light emitting diodes", diodi ad alta emissione di luce) sono quei puntini luminosi, verdi giallo o rossi, che segnalano se il computer è acceso, se il cavo Internet è collegato, eccetera; nell'elettronica hanno decine di altre applicazioni comuni, perché consumano poca energia.
Meccanismi utili "sfortunati" e sistemi inutili che si affermano.
A questo punto del nostro percorso, nasce una considerazione: se è così facile evolvere strutture e sistemi, ci si domanda come mai tale fenomeno sarebbe avvenuto per organi particolarmente complessi (ali, occhi, etc.) e non per altri adattamenti che sarebbero stati di indubbio vantaggio evolutivo e sarebbero stati molto più facili da realizzare.
La vista ha una sua indubbia utilità e nonostante la sua complessità si è diffusa in tutto il regno animale. Ma allora perché altri sistemi, anche meno complessi, ma decisamente "vantaggiosi" non hanno avuto la stessa "fortuna"?
La teoria secondo cui la vita sarebbe sorta casualmente dalla materia inorganica non è, in fondo, che la versione moderna di una credenza vecchia quanto la osservazione superficiale della natura, la "generazione spontanea": quella, per intenderci, in base alla quale gli antichi credevano che le anguille nascessero dalla melma dei fiumi, le zanzare dai miasmi delle paludi, le mosche dalla carne putrefatta, e così via.
Le ricerche di Oparin
Le moderne "teorie abiogenetiche" sono quasi tutte variazioni di quella proposta negli anni 1930 dal biologo sovietico Aleksandr Ivanovic' Oparin (1894-1980) (2), che ipotizzava un'atmosfera primitiva a carattere fortemente riducente, composta di idrogeno, vapore acqueo, metano, azoto e ammoniaca.
L'apparato digerente ha una funzione molto precisa e specifica che è quella di degradare i nutrienti assunti col cibo ,degradarli ed infine assorbirli in tutte le cellule per la loro utilizzazione. La digestione inizia addirittura dalla bocca dove i carboidrati composti che sono gli amidi vengono degradati in composti più semplici ,i disaccaridi dalla ptialina ,un enzima presente nella saliva e secreto dalle ghiandole salivari. Attraverso l'esofago il cibo giunge allo stomaco e qui avviene soprattutto la degradazione delle proteine in polipeptidi più semplici ad opera di un enzima secreto dalle cellule parietali gastriche chiamato pepsina .Questo enzima però viene secreto sotto forma di pepsinogeno che è una forma inattiva della pepsina. Se la pepsina fosse secreto in forma attiva degraderebbe con la sua funzione proteolitica tutte le strutture proteiche della cellula distruggendola. E' quindi necessario che venga secreta inattiva .La forma inattiva contiene una coda all'estremità c-terminale di circa 40 aminoacidi. La secrezione da parte dello stomaco dell'acido cloridrico ad opera di specifiche pompe protoniche determina la scissione di questi 40 aminoacidi dalla molecola di pepsinogeno che diventa cosi' pepsina attiva.
Su Science del 13 dicembre scorso è stato pubblicato uno studio intitolato "Exonic Transcription Factor Binding Directs Codon Choice and Affects Protein Evolution" nel quale si parla della scoperta di un secondo codice nascosto nella sequenza di basi del DNA. Come sappiamo i nucleotidi secondo il codice genetico vengono letti in triplette (codoni) per indicare quali aminoacidi debbano essere inseriti nella formazione di una determinata proteina. La scoperta sorprendente è che su alcuni tratti di DNA, contemporaneamente al codice genetico che legge le basi a tre per volta (triplette), esiste un secondo codice che le legge le stesse basi per ricevere invece indicazioni sulla regolazione genica.
Della cosa si è occupata anche Pikaia che ha così commentato la notizia: