Qual è la complessità minima per costruire il più semplice essere vivente e di conseguenza come era fatta la prima cellula? La possibilità che si sia partiti da qualcosa di molto più semplice e quindi più facilmente spiegabile rispetto alle cellule attuali sembra essersi arenata di fronte ad uno studio pubblicato su Sciencenel quale è emerso che il numero minimo di geni necessari per far funzionare una cellula è molto superiore a quanto sinora ipotizzato e, fatto forse ancor più rilevante, che le interazioni tra geni rendono più difficile anche immaginare un’evoluzione con i meccanismi neodarwiniani di caso e necessità.
Lo studio è stato ripreso da Le Scienze in un articolo dal titolo significativo: “Di quanti geni hanno bisogno le cellule? Forse di tutti o quasi” che inizia riassumendo così la questione:
Di quanti geni hanno bisogno le cellule? Forse di tutti o quasi
Un ambizioso studio sui lieviti mostra che il benessere delle cellule dipende da una fitta rete di effetti interconnessi dovuti a molti geni, pochi dei quali possono essere eliminati senza conseguenze significative. Ecco perché la creazione di un “genoma minimo” si è rivelata più difficile del previsto….
Eliminando tre geni alla volta, gli scienziati hanno accuratamente ricostruito la rete di interazioni geniche che mantiene in vita una cellula.
I ricercatori avevano identificato già da tempo i geni essenziali senza i quali le cellule di lievito non possono vivere, ma un nuovo lavoro, apparso su “Science”, dimostra che considerare solo quei geni dà un quadro distorto di ciò che fa funzionare le cellule: molti geni che di per sé non sono essenziali, lo diventano quando ne scompaiono altri. Il risultato implica che il numero minimo reale di geni di cui i lieviti (e forse, per estensione, altri organismi complessi) hanno bisogno per sopravvivere e prosperare può essere sorprendentemente grande.
Di fronte a queste scoperte non c’è molto da aggiungere se non che le scienze biologiche attuali si dimostrano ampiamente inadeguate a spiegare sia l’origine che l’evoluzione della vita (aspetti che vengono affrontati distintamente ma la cui comprensione non può che essere invece fortemente connessa).
Il primo passo da fare è ammettere che l’origine della vita è un problema al momento ancora irrisolvibile e in secondo luogo riconoscere che l’origine delle specie è un problema ancora irrisolto. Il resto è propaganda.