Di Alexander R. Williams
Articolo tradotto con permesso da www.creation.com
Articolo originale https://creation.com/flaws-in-dating-the-earth-as-ancient
Tradotto da Matteo D’ambrosio per AISO (www.origini.info)
Nel 1986 il leader delle riviste scientifiche, Nature, annunciò che le più antiche rocce di cristallo sulla terra, secondo il metodo di datazione degli isotopi, hanno 4,3 miliardi di anni e provenivano da Jack Hills, nell'Australia occidentale.
W. Compston e R.T. Pidgeon (Nature 321:766–769, 1986), ottennero 140 cristalli di zircone da una singola roccia e li sottoposero ai metodi di datazione dell'uranio/uranio concordia (U/U)(1) e dell'uranio/torio concordia (U/Th)(2). Un cristallo mostrò all'U/U un'età di 4,3 miliardi di anni, e gli autori quindi pretesero che fosse la più antica roccia di cristallo finora scoperta.
Qui sorge un serio problema e cioè che tutti i 140 cristalli ricavati dalla stessa unità di roccia diedero statisticamente valide informazioni circa quell'unità di roccia (3). Nessun esperto di statistiche avrebbe mai condonato un metodo che privilegiava un valore scartando gli altri 139. Infatti gli altri 139 cristalli mostrano una tale confusione che un statistico poteva solamente concludere che nessun dato ragionevole poteva essere estratto dai dati.
Un osservatore imparziale sarebbe costretto ad ammettere che questa contraddizione previene ogni conclusione circa l'età del cristallo.
Un altro problema è che i 4,3 miliardi di anni dello zircone, datato secondo il metodo U/U, fu identificato dal metodo U/Th come indatabile. Un osservatore imparziale sarebbe spinto ad ammettere che questa conclusione previene ogni datazione dell'età del cristallo. Ma questi ricercatori giunsero alle loro conclusioni ignorando i dati contraddittori! Se un qualsiasi altro scienziato in un altro campo avesse agito così non sarebbe mai stato autorizzato a pubblicarlo. E qui lo vediamo tollerato dalla più grande rivista scientifica del mondo.
Questo non è un caso isolato. L'ho scelto perché fu identificato dagli editori della rivista come un significativo passo avanti nella conoscenza. Un altro esempio è l'opera di F.A. Podosek, J. Pier, O. Nitoh, S. Zashu, e M. Ozima (Nature 334:607–609, 1988). Essi torvarono quale potevano essere i cristalli di roccia più antichi, ma, sfortunatamente, erano troppo vecchie!
Essi estrassero diamanti dalla roccia in Zaire e con il metodo del potassio-argon scoprirono che essi (i diamanti) avevano sei miliardi di anni. Ma la terra si suppone abbia solamente 4,5 miliardi di anni. Così Podosek e amici decisero che essi avevano sbagliato. Ammisero, tuttavia, che se la data non fosse stata contraddetta dalla "nota" età della terra, essi l'avrebbero accettata come valida.
Questo mostra chiaramente due fondamentali difetti nella datazione degli isotopi per età molto vecchie.
Primo, le datazioni sono prontamente scartate se non soddisfano i preconcetti degli sperimentatori. Tale pratica non è accettabile in nessun altro campo della scienza perché distrugge l'oggettività sulla quale la scienza ha costruito la sua reputazione. La datazione degli isotopi non è dunque oggettiva, non è un metodo di datazione assoluto come è preteso essere.
Secondo, è impossibile affermare, solamente dalle informazioni degli isotopi, quando le datazioni sono giuste e quando sono sbagliate.
Quando presentai questa e simili critiche alla datazione degli isotopi ad un raduno della Lucas Heights Scientific Society (Sydney, Australia) nel 1989, l'unica risposta che giunse dal capo della divisione responsabile per le datazioni degli isotopi della Australian Nuclear Science and Technology Organization fu la domanda: "Hai un metodo di datazione migliore?"
Dissi "no", e apparve essere soddisfatto che se non ci fosse un metodo di datazione migliore allora questo sarebbe abbastanza buono. Ma puoi cavalcare una bicicletta nel passato semplicemente perché nessuno ha ancora una macchina del tempo migliore? Certo che no. Allo stesso modo è assurdo che un metodo inadeguato è adeguato perché non ce ne sono altri disponibili.(4)
NOTE E RIFERIMENTI