LEGGI SCIENTIFICHE DELL'INFORMAZIONE
Ora descriveremo le sei leggi più importanti della natura riguardanti l’informazione
LSI-1
L’informazione universale è un’entità fondamentale non materiale.
Il materialismo, anche se è diventata la visione dominante, è un dogma ingiustificato.
La realtà in cui viviamo è divisibile in due categorie fondamentali: quella materiale e quella non materiale.
La materia necessita di una massa, che può essere pesata in un campo gravitazionale. Invece, tutte le entità non materiali (informazione, coscienza, volontà, intelligenza…) sono prive di massa e quindi non hanno peso. L’informazione è sempre basata su un’idea, che è anch’essa priva di massa e non nasce da processi chimici e fisici. L’informazione non è inoltre correlata con la materia nello stesso modo in cui lo è l’energia, l’elettricità o la quantità di moto). Tuttavia, l’informazione è immagazzinata, trasmessa e espressa tramite la materia e l’energia.
Distinzione tra entità materiai e non materiali
Condizione Necessaria (CN): Che un entità immateriale debba essere priva di una massa (CN: m=0) è certamente una condizione necessaria, ma non è una condizione sufficiente, ovvero non basta che sia solo senza massa per essere considerata immateriale. Per essere precisi, “la condizione sufficiente” deve anch’essa essere riscontrata.
Condizione Sufficiente (CS): Una entità può essere considerata essere immateriale se non ha alcuna correlazione fisica o chimica con la materia. Questo è sempre il caso se ci si imbatte in queste quattro condizioni (che sono oltre che sufficienti, anche necessarie):
CS1: L’entità non ha alcuna interazione fisica o chimica con la materia (es. un sasso che sottostà alla legge della gravità, l’idrogeno che si combina con l’ossigeno creando l’acqua).
CS2: L’entità non è una proprietà della materia (es. rigidità, densità, colore ecc.)
CS3: L’entità non si origina dalla pura materia (es. particelle elementari come elettroni possono essere emesse da materia preesistente)
CS4: L’entità non è correlata con la materia (es. L’energia è correlata con la massa e dunque è materiale)
Un esempio particolare sono i fotoni che sono particelle prive di massa però sono in contrasto con le CS (condizioni sufficienti) poiché interagiscono con la materia e possono essere correlati e originati dalla materia.
L’informazione dipende sempre da una idea; è senza massa e non è originata da un processo chimico o fisico. La condizione necessaria (NC: m=0) e tutte le quattro condizioni sufficienti (dalla SC1 alla SC4) sono riscontrate (nell’informazione) e dunque l’informazione universale è un’entità immateriale. Il fatto che richieda materia per essere immagazzinata e trasportata non la trasforma in materia. Dunque possiamo constatare: L’Informazione Universale è un’entità immateriale poiché adempie entrambe le condizioni necessarie:
Occasionalmente può capitare che qualcuno affermi che sia una entità fisica (e dunque materiale); ma, tenendo conto del LSI-1, l’informazione è chiaramente una entità immateriale.
Vi è inoltre un’altra giustificazione molto potente per constatare che l’informazione non possa essere una grandezza fisica. Il Sistema Internazionale (SI) di Unità di Misura ha identificato sette unità fondamentali: massa, lunghezza, intensità di corrente elettrica, temperatura, quantità di sostanza, intensità luminosa, e l’intervallo di tempo. Tutte le grandezze fisiche possono essere espresse in base a una di queste 7 unità fondamentali (es. area= lunghezza x lunghezza) o da una combinazione (moltiplicazione o divisione) fra loro (es. la quantità di moto= massa x lunghezza /tempo). Tutto ciò non è possibile nel caso dell’informazione e dunque l’informazione non è una grandezza fisica!
AE 24: L’informazione Universale (IU) è una entità non materiale poiché non possono essere applicate le unità del SI (Sistema Internazionale) e soddisfa tutte e cinque le condizioni per non essere una entità materiale
LSI-2
Un’entità materiale non può generare un’entità immateriale
Nella nostra esperienza comune osserviamo che un albero di mele produce mele, un albero di pere produce pere, e i semi del cardo daranno vita a loro volta ad un cardo. In modo simile i cavalli danno vita a puledri, le mucche danno vita ai vitelli e le donne ai bambini umani. Così anche possiamo osservare che qualcosa che è solamente materiale non crea mai qualcosa di non materiale. L’universale e osservabile verdetto del LSI-1 può ora essere formulato in una forma più specializzata arrivando dunque al LSI-2.
AE 25: L’informazione universale, un’entità fondamentale non materiale, non è né una proprietà della materie e né è correlata ad essa. Quindi processi puramente materiali sono esclusi come possibili cause dell’origine dell’IU.
LSI-3
L’Informazione Universale non può essere creata da processi statistici
La teoria dell’evoluzione asserisce che l’informazione può formarsi dalla materia senza alcun intervento intelligente. Questa asserzione deve però essere dimostrata, ed è per questo che gli evoluzionisti hanno proposto due modelli, che però non fanno altro che sottolineare la fragilità di questa teoria. I loro tentativi di spiegazione sono numerosi, ma nessuno ha prodotto evidenza empirica che un codice si possa formare dalla pura materia.
I modelli della nascita di informazione si possono classificare in due forme di esperimenti: la “Selezione cumulativa” e gli “Algoritmi genetici”.
a) La Selezione cumulativa= Il neo darwinista ateo Richard Dawkins presenta il seguente esperimento: usando un particolare software, Dawkins utilizza una sequenza casuale di 28 lettere (spazi compresi) e prova a produrre, tramite ricombinazioni casuali (che possono essere paragonate a mutazioni e selezione naturale), la frase di Shakespeare: “Methinks it is like a weasel”. La sequenza casuale di partenza con la precisa lunghezza della frase da raggiungere è copiata e ricombinata ripetutamente, permettendo ogni volta che si verifichino certi errori (l’equivalente delle mutazioni nella realtà). Il programma seleziona i cambiamenti che man mano si accumulano all’interno delle frasi copiate, trattenendo i cambiamenti che man mano formerebbero la frase di Shakespeare.
Obbiettivo: |
M |
E |
T |
H |
I |
N |
K |
S |
I |
T |
I |
S |
L |
I |
K |
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A |
W |
E |
A |
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Frase di partenza: |
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D |
L |
T |
M |
N |
L |
T |
D |
T |
J |
B |
K |
W |
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R |
Z |
R |
E |
Z |
L |
M |
Q |
C |
O |
P |
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Tentativo #1 |
S |
E |
E |
S |
N |
X |
D |
E |
T |
H |
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I |
Y |
G |
S |
W |
C |
W |
V |
F |
C |
Q |
C |
Q |
M |
Z |
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Tentativo #2 |
F |
E |
I |
Q |
G |
N |
I |
C |
A |
T |
Z |
T |
L |
M |
M |
X |
L |
T |
K |
K |
G |
G |
B |
V |
W |
I |
L |
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Tentativo #3 |
E |
S |
N |
W |
N |
J |
E |
Y |
T |
N |
V |
Q |
J |
Z |
K |
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F |
U |
Y |
D |
Y |
Q |
Y |
U |
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L |
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Tentativo #4 |
O |
E |
W |
E |
V |
N |
L |
O |
B |
T |
B |
W |
A |
R |
Z |
D |
K |
N |
Y |
E |
W |
R |
G |
B |
Y |
L |
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Tentativo #5 |
N |
E |
S |
B |
A |
N |
Z |
F |
Y |
T |
M |
E |
H |
U |
X |
G |
J |
X |
X |
L |
Q |
W |
F |
Z |
G |
A |
L |
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… |
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Tentativo #40 |
M |
E |
T |
H |
I |
N |
K |
S |
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I |
T |
I |
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P |
I |
K |
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E |
W |
E |
C |
S |
E |
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Tentativo #164 |
M |
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T |
H |
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N |
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S |
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I |
T |
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I |
S |
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L |
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K |
E |
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A |
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W |
E |
A |
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L |
L’errore logico dietro questo tentativo di dimostrare la capacità di creare informazione è plateale: primo, e già questo sarebbe sufficiente a difendere l’Argument from information, parte già con un codice (in grado di essere copiato). Dimostrare come sia venuto un libro spiegando quel libro con un altro libro non è la mossa più intelligente.
Secondo egli utilizza un software che è programmato per raggiungere la frase di Shakespeare. Il suo intero programma si basa su questo: man mano seleziona i cambiamenti di lettere utili per la creazione della frase finale. La frase “Methinks it s like a weasel” sarà infatti sempre il risultato finale del processo, che seleziona e accumula in vista di questa frase. Chiaramente però il processo evoluzionistico non ha impostata una frase da raggiungere, e non ha nessun motivo per preservare tutti i tentativi prima del 164°. Per questo semplice motivo è evidente che nessuna informazione, anche a livello teorico e matematico, è stata creata con questo processo, ma bensì l’informazione esisteva già. Il risultato che Dawkins deve ottenere esisteva già grazie a un atto di intelligenza (necessaria per la creazione dell’informazione stessa), e poi non ha fatto altro che permettere che un programma scegliesse in modo progettato le lettere giuste per la frase.
Ad esempio. Come si vede nella tabella, la “N” evidenziata era già nel posto giusto per raggiungere la frase impostata come target, per questo è stata mantenuta sino ad arrivare alla frase finale. Detto questo diventa evidente come il target esistesse già e, con questo, tutti i cambiamenti erano mantenuti o scartati in vista di quel cambiamento. Spiegare quindi l’origine della frase “Methinks it s like a weasel” semplicemente nascondendola non è la soluzione.
Per un maggiore approfondimento sull’esperimento di Dawkins leggere “Dawkins’ weasel revisited” di Royal Truman.
b) Gli Algoritmi genetici: Allo stesso modo, gli algoritmi genetici,, che funzionano in modo lievemente diverso dall’esperimento di Dawkins, necessitano, per raggiungere un obbiettivo, che questo obbiettivo sia già stato inserito da un mittente intelligente.
LSI-4
L’Informazione Universale può essere prodotta solamente da un mittente intelligente
La domanda è cos’è un mittente intelligente? Esistono certi attributi richiesti per definire un mittente intelligente:
Definizione 1: Un mittente intelligente così come menzionato nel LSI-4 è: Cosciente, è dotato di un volontà propria, ha un potere creativo, pensa autonomamente, agisce con finalità.
AE 26: L’IU è un prodotto della volontà (intenzionalità)
LSI-4 è una legge molto generale da cui possono derivare diverse leggi specifiche. Nella prossima sezione presenteremo quattro formule più specifiche (da “LSI-4a” fino a “LSI-4d”).
LSI-4a
Qualsiasi codice è basato su un accordo reciproco tra i mittente e il ricevente
La caratteristica essenziale di un codice e di un simbolo (lettera) è che un tempo fu liberamente e intenzionalmente definito (costruito). Quindi la creazione di un qualsiasi codice richiede un mittente intelligente.
In questo modo, l’insieme di simboli creati all’interno del codice rappresenta tutti i simboli permessi (per definizione). Sono strutturati in modo che adempiano, al meglio possibile, il loro scopo progettato (es. uno scritto per i non-vedenti come il Braille deve essere sufficientemente riconoscibile al tatto; i simboli musicali devono essere in grado di descrivere la durata e il tono delle note; i simboli chimici devono essere in grado di designare tutti gli elementi). Nel caso del DNA il ricevente è l’intero sistema di traduzione e trascrizione che è in grado di “leggere” ciò che è scritto nel DNA.
Un segnale osservato può dare l’impressione di essere composto da simboli, ma se può essere mostrato che il segnale sia un proprietà fisica o chimica del sistema, allora l’attributo del fondamentale “accordo reciproco” è assente, e il segnale dunque non è un simbolo (data la nostra definizione).
LSI-4b
Non può crearsi nuova informazione senza un mittente intelligente.
Il processo di formazione di nuova informazione, diversamente da un’informazione semplicemente copiata o modificata casualmente (ad esempio nel caso della copiatura, un macchinario, che non è mai dotato di intelligenza, è in grado di copiare l’informazione; le mutazioni, anch’esse non intelligenti, sono un classico esempio di modificazione di informazione con effetti di distruzione e non costruzione di informazione), dipende sempre dall’intelligenza e dal libero arbitrio. Una sequenza di caratteri è selezionata da un insieme di simboli a disposizione liberamente e intenzionalmente definiti cosicché la risultante sequenza di caratteri rappresenti tutti i 5 livelli dell’informazione. Poiché questo non può essere ottenuto da processi casuali, deve esserci sempre un mittente intelligente. Un importante aspetto di questo è l’applicazione della volontà, cosicché possiamo anche dire che l’informazione non può essere creata senza volontà (libero arbitrio).
LSI-4c
Tutti i mittenti che creano IU (Informazione Universale) hanno una componente non materiale
Questa legge si può formulare grazie alle seguenti asserzioni empiriche
AE 27: Ogni pezzo di IU rappresenta uno sforzo intellettuale, che può essere tracciato sino ad arrivare ad un ideatore dotato di personalità che esercita volontà e intelligenza
AE 28: Nuova IU può solo originarsi da un processo di pensiero creativo
AE 29: IU si origina solo da una componente non materiale del mittente intelligente
LSI-4d
Tutta la catena di trasmissione di informazione può essere tracciata sino ad arrivare al mittente intelligente.
Questa legge possiamo formularla in vista delle asserzioni empiriche (AE) n° 9, 28 e 29
E’ utile fare una distinzione tra il mittente originale e quello intermedio. Intendiamo per mittente originale l’autore dell’informazione, che deve sempre essere un individuo dotato di intelligenza e volontà. Se, dopo il mittente originale, si susseguono una catena di macchinari (trasmettitori intermedi), l’ultimo macchinario potrebbe essere erroneamente considerato l’autore del messaggio. Il mittente originario è spesso non visibile (pensate ad esempio ad un autore deceduto di un libro). Il fatto che non sia visibile, non influenza l’inferenza (constatazione) che noi facciamo.
Alcune volte l’informazione ricevuta è stata potata tramite diversi intermediari, e anche in questo caso ci deve essere stato il mittente originario. Pensate ad esempio ad una radio: noi riceviamo informazione udibile dagli auto parlanti, ma questi non sono la causa e l’origine dell’informazione, nemmeno la torre di trasmissione, anche essa fa parte della catena di trasmissione. A monte di questa catena c’è sempre un mittente intelligente. Ci sono altri innumerevoli esempi come il sistema di pulizia della autovettura: qualcuno potrebbe pensare che il computer all’interno del macchinario sia l’autore del programma, ma chiaramente non è così, lo è un ingegnere Allo stesso modo la molecola del DNA: l’informazione genetica è inscritta in un substrato fatto di materia, ma questo substrato non è il mittente originario, ma bensì quello intermedio.
Il mittente intermedio può quindi essere sia una persona e sia un macchinario.
LSI-4e
Attribuire significato ad un insieme di simboli e determinare il significato dell’insieme, sono un processi intellettuali che richiedono intelligenza
Questa legge può essere dedotta da AE 2.
Abbiamo ora definito i cinque livelli (statistica, sintassi, semantica, pragmatica e apobetica) sui quali l’Informazione Universale opera. Usando LSI-4d possiamo fare la seguente generale osservazione: questi cinque aspetti sono rilevanti sia per il mittente che per il ricevente.
Origine dell’informazione: LSI-4d descrive la nostra esperienza di come ogni informazione viene in esistenza. Primo, attingiamo da un insieme di simboli (caratteri) che sono stati definiti secondo il LSI-4a. Poi utilizziamo un simbolo dopo l’altro per creare unità di informazione (come parole, frasi). Questo non è un processo casuale, ma richiede l’applicazione di una intelligenza. Il mittente ha la conoscenza della lingua che sta usando e conosce quali simboli gli servono per creare il significato che vuole trasmettere. In seguito, la connessione tra ogni simbolo dato e il significato non originariamente determinato dalle leggi della fisica e dell’energia. Per esempio, non vi è assolutamente nulla di fisico delle lettere “c, a, n, e” che necessariamente le causò ad essere associate con l’animale di compagnia (appunto il cane).
Il fatto che ci siano altre parole per indicare “cane” nelle altre lingue dimostra che l’associazione tra una parola e il suo significato è mentale invece che fisica/energetica. In altre parole, l’originale la nascita dell’informazione è un processo intellettuale.
LSI-5
Possiamo formulare le seguenti leggi dell’informazione grazie alle Asserzioni Empiriche AE 13, AE 14, AE 15, AE 16, AE 17
Quando l’attributo pragmatico dell’IU è espressa nel mondo materiale, richiede sempre un macchinario.
LSI-5a
Informazione universale e potere creativo sono richiesti per la progettazione e la costruzione di tutti i macchinari.
LSI-5b
L’esistenza di un macchinario funzionante significa che per forza l’informazione universale sta influenzando, o ha influenzato, il mondo materiale.
LSI-5c
Macchinari, una volta costruiti operano esclusivamente all’interno delle leggi fisico-chimiche della materia.
LSI-5d
I macchinari causano la materia a funzionare in modi specifici, e con consistenza producono risultati mai raggiungibili da soli processi chimici-fisici non guidati.
LSI-6
La quantità di IU esistente immagazzinata in un medium materiale non aumenta mai nel tempo tramite processi puramente chimici fisici, ma è sempre ridotta nel tempo da processi chimici fisici non guidati.
Per un maggior approfondimento su questo punto leggere il nostro articolo “Introduzione all’Anti Evoluzionismo Parte 1”.
Infine facciamo tre constatazioni che hanno un’importanza fondamentale
Constatazione C1: macchinari tecnici e biologici possono immagazzinare, trasmettere, decodificare e tradurre informazione senza conoscerne il senso e lo scopo.
Constatazione C2: l’informazione è il fondamento immateriale per tutti I sistemi tecnologici e biologici.
Vi sono numerosi sistemi che non posseggono la loro propria intelligenza ma tuttavia possono trasferire o immagazzinare informazione o dirigere dei processi. Alcuni di questi sistemi sono inanimati (es. computer collegati alla rete, processi di controllo in industrie chimiche, sistemi automatici di produzione, strutture per il lavaggio dell’autovettura, robots); altri invece sono animati (es. processi delle cellule controllati dall’informazione, o la “Danza dell’ape”).
È importante riconoscere che l’informazione biologica differisce dall’informazione generata dall’uomo in tre punti essenziali:
1) Nei sistemi viventi troviamo la più alta densità di informazione conosciuta (per maggiori informazioni p.271-290 Without Excuse).
2) I programmi nei sistemi viventi ovviamente mostrano un altissimo livello di sofisticatezza. Nessuno scienziato può spiegare il programma che produce un insetto che sembra come una foglia appassita. Nessun biologo comprende il secreto di un orchidea che è formato, colorato, e ha lo stesso odore di una vespa femmina. Noi siamo capaci di pensare, provare emozioni, desiderare, credere e sperare. Siamo in grado di maneggiare una cosa tanto complessa come il linguaggio, ma siamo spaventosamente lontani dal comprendere come il processo di controllo dell’informazione sviluppi il cervello nell’embrione. L’informazione biologica mostra una sofisticatezza che è incomparabile a quella umana.
3) Quasi tutti le ingegnose idee e programmate che troviamo in organismi viventi sono difficilmente, o al meglio solo parzialmente, capiti da noi tutti. Fare una replica è impossibile.
Constatazione C3: L’immaganizzamento e la trasmissione dell’informazione necessita un medium materiale.
Immagina dell’informazione scritta su una lavagna. Adesso cancella la lavagna con uno straccio. L’informazione è sparita, anche se le particele del gesso sono rimaste. Il gesso in questo caso era il necessario (medium) materiali, ma l’informazione era rappresentata dalla disposizione articolare delle particelle, e questa disposizione non si è formata per caso, ebbe infatti un’origine mentale.
La stessa informazione sarebbe potuta essere immagazzinata con segnali di fumo tramite la particolare disposizione di nuvole di fumo, nella memoria di un computer, allineando delle rocce che formando così l’alfabeto morse. Detto questo è chiaro che la quantità o il tipo di materia su cui essa risiede non è la questione. Anche se l’informazione richiede un substrato materiale per l’immagazzinamento e la trasmissione, l’informazione non è una proprietà della materia. Allo stesso modo, l’informazione risedente negli essere viventi è presente nella molecola del DNA (e nell’RNA), ma non è una proprietà inerente della fisica e della chimica del DNA come non lo era il messaggio sulla lavagna (che non era una proprietà intrinseca del gesso).
CONCLUSIONE
Il DNA ricade nella nostra definizione di Informazione Universale. Infatti soddisfa tutti e 5 i livelli: