Chi mi conosce sa che sono cresciuto ateo ed evoluzionista, con una passione per la scienza. Il mio desiderio di approfondire il dibattito delle nostre origini mi ha portato a dover cambiare la mia visione del mondo, se volevo rimanere fedele al metodo scientifico.

Devono essere le prove a spingerci verso l’interpretazione, e non i nostri preconcetti, un bagaglio che ci trasciniamo dietro (solitamente in modo del tutto inconscio). Sì, anche lo scienziato non è 100% oggettivo quando ‘fa scienza’, perché ogni sua interpretazione sarà sempre fortemente influenzata dai suoi preconcetti sulle origini, che sia evoluzionista o creazionista. Purtroppo, il grande pubblico spesso ha un concetto idealizzato dello scienziato come l’infallibile ricercatore della verità che si muove esclusivamente sulle prove empiriche. Spiace mandare in frantumi questa immagine, ma anche lo scienziato è un mortale prevenuto. Beh, le prove scientifiche mi hanno spinto a dover rivalutare la mia visione del mondo e riconoscere che le prove a favore del modello creazionista per spiegare il mondo intorno a noi avevano più peso del modello evolutivo. Da quando la mia bilancia si è ribaltata a favore del modello creazionista 30 anni fa, ho continuato i miei studi, vedendo il peso a favore del creazionismo crescere sempre di più. 

In questi trent’anni di nuove scoperte e confutazioni del modello dell’evoluzione, ho iniziato a notare un interessante fenomeno. Ogni volta che l’ultima scoperta o prova smentiva un qualche aspetto della teoria dell’evoluzione, come per miracolo la stessa scoperta smentita diventava la prova dell’efficacia ed ingegnosità dell’evoluzione. Nel libro “Heretic: One scientist’s journey from Darwin to design” di Matti Leisola(1) e Jonathan Witt ho visto espresso brillantemente questo pensiero:

“L’evoluzione procede lentamente e gradualmente eccetto quando va veloce. È dinamico e crea enormi cambiamenti nel tempo, eccetto quando mantiene ogni cosa immutata per milioni di anni. Spiega sia l’estrema complessità che l’elegante semplicità. Ci spiega come i volatili impararono a volare, eppure come persero quella capacità. L’evoluzione ha reso il ghepardo veloce e la tartaruga lenta. Rese alcune creature grosse mentre altre piccole; alcune magnificamente belli ed altri noiosamente grigi. Ha costretto i pesci a camminare e gli animali ambulanti a rientrare nel mare. Diverge eccetto quando converge; produce disegni squisitamente precisi e sintonizzati eccetto quando produce spazzatura. L’evoluzione è casuale e senza direzione eccetto quando si dirige verso una meta. La vita sotto l’evoluzione è una battaglia crudele eccetto quando dimostra altruismo. L’evoluzione spiega le virtù e i vizi, l’amore e l’odio, la religione e l’ateismo. E fa tutto questo con un crescente numero di ipotesi secondarie. La moderna teoria dell’evoluzione è la Rube Goldberg(2) delle costruzioni teoriche. E qual è il risultato di tutta questa ingegnosità speculativa? Come la defunta teoria del flogisto(3), riesce a spiegare bene tutto mentre spiega niente bene.”(4)

 

La moderna teoria dell’evoluzione è la Rube Goldberg(2) delle costruzioni teoriche.

 

La teoria dell’evoluzione sarebbe come il flacone di medicina in grado di guarire ogni malattia. A me suona più come una pozione magica in un mondo di favole.

Referenze

  1. Leisola ha avuto una carriera brillante sia in accademia che nell’industria. Era Decano della Chimica e Scienza dei materiali alla Helsinki Università di Tecnologia, ha scritto 140 articoli che sono stati pubblicati, è esperto di zuccheri ed enzimi rari. Ha lavorato come direttore delle ricerche in un’azienda internazionale di biotecnologia (Cultor), era co-fondatore della International Society of Rare Sugars ed è diventato il direttore fondatore di BIO-Complexity, una rivista online che “ha lo scopo di essere il più importante forum per testare il merito scientifico dell’attestazione che l’Intelligent Design (ID) (Disegno Intelligente) è una spiegazione credibile per la vita”. (Anonimo, Purpose and Scope, bio-complexity.org, scaricato online 5 Settembre 2018)
  2. Una macchina di Rube Goldberg è un meccanismo progettato in maniera deliberatamente complesso per eseguire operazioni semplici o trascurabili.
  3. Secondo Treccani: flogisto - Denominazione data dai chimici del XVIII sec. a un’ipotetica sostanza imponderabile che si sarebbe dovuta liberare nella combustione o nella calcinazione dei metalli, riconosciute come fenomeni della stessa natura. Si riteneva infatti (J.J. Becher, G.E. Stahl ecc.) che i corpi combustibili e quei metalli che per riscaldamento dell’aria si trasformano in calci (cioè si ossidano) fossero costituiti da almeno due componenti, uno dei quali, il flogisto, eliminabile per combustione o calcinazione.
  4. Heretic: One scientist’s journey from Darwin to design (Eretico: Il viaggio di uno scienziato da Darwin al disegno), Matti Leisola e Jonathan Witt, Discovery Institute Press, Seattle, 2018, p. 199.

 

 

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