Qualcuno potrebbe chiedermi: cosa c'entra l'ipertensione arteriosa con l'evoluzione Darwiniana? Eppure c'entra, eccome. Mi spiego: per avere una pressione adeguata, come ho già detto altre volte, ci vogliono tre fattori: la forza sistolica del cuore, il volume del liquido ematico circolante nelle arterie, e le resistenze vascolari periferiche. Però non basta che ci siano questi fattori, essi devono stare entro parametri numerici precisi ,in modo che la pressione arteriosa stia normalmente tra 90/60 e 140/90. In altre parole i numeri reali danno conseguenze reali per la sopravvivenza.
Il corpo cioè deve prendere il controllo di questi parametri, e sin dall'inizio della sua esistenza. Esiste una malattia, chiamata feocromocitoma, per fortuna rara, che è determinata da una crescita anormale ,in genere di tipo tumorale, ma anche di origine genetica, delle cellule che producono le catecolamine, cioè l'adrenalina e la noradrenalina. Abbiamo già visto, in precedenti articoli che le catecolamine contribuiscono all'aumento della pressione arteriosa, in caso di necessità, come per esempio in caso di passaggio dalla posizione supina a quella eretta, o in caso di stress come la attività fisica intensa. Una eccessiva produzione di cellule cromaffini, cosi' si chiamano le cellule produttrici di catecolamine, determina un aumento permanente delle catecolamine nell'organismo con conseguente ipertensione permanente e frequenti crisi
ipertensive che possono raggiungere anche 250/150 mm.di mercurio. Un simile aumento provoca tachicardia, vertigini, cefalea ed edema cerebrale perchè i liquidi ematici tendono a passare dalle arteriole ai tessuti e alle cellule: infatti, con una pressione normale, a livello delle arteriole vige una pressione di 35mm.di HG, sufficiente a far passare un po’ di acqua con i soluti necessari alla vita delle cellule: l'acqua però viene riassorbita dalle venule a causa della pressione osmotica esercitata dall'albumina nel sangue venoso. in cui vige una pressione di 15mm.di Hg, inferiore alla pressione osmotica che è di 25mm.di HG. L'organismo cosi' si mantiene in equilibrio: in caso però di un eccesso di catecolamine la
pressione arteriosa nelle arteriole è di molto superiore a 35 mm.di HG e molto più liquido trasuda dai capillari arteriosi. senza poter essere più riassorbito dalle venule, e tutto ciò provoca soprattutto edema cerebrale: il sistema nervoso è molto sensibile all'edema e se non viene eliminato si ha letargia, coma e infine la morte. Si può avere persino una rottura di qualche arteria cerebrale con ictus da emorragia cerebrale: il sangue non può uscire
dal cervello perchè la scatola cranica ossea è non comprimibile ed anche in questo caso si ha il coma ,la paralisi e la morte. Quindi è evidente che le cellule che producono le catecolamine devono essere strettamente controllate, e non devono assolutamente aumentare di numero. Ci sono numerose molecole proteiche specifiche che controllano la proliferazione, la mutazione ,anche di uno solo dei numerosi geni che le producono, provocano una proliferazione non più controllata e quindi la malattia feocromocitoma. Sin
dall'inizio della storia dell'umanità.se non ci fosse stato questo controllo stretto. L'umanità non avrebbe potuto sopravvivere perchè non avrebbe potuto fare tutte le attività fisiche per la sopravvivenza. Anche in questo caso i piccoli passi successivi di tipo darwiniano non erano possibili: il tutto doveva essere ottimale sin dall'inizio. Esistono poi altre forme di
ipertensione, la più frequente nell'epoca moderna è l'ipertensione essenziale, che avviene senza causa apparente, o meglio la causa c'è ma se ne sa ancora poco. Questa forma di ipertensione è anch'essa molto dannosa, se non viene corretta dai famaci, in quanto può provocare a lungo andare un danno dell'endotelio dei vasi sanguigni che facilita il deposito di sostanze grasse e colesterolo formando una placca che chiude le arterie ,provocando
infarti cardiaci, e ictus cerebrali. Infine ci sono le ipertensioni arteriose secondarie, cioè causate da malattie renali: abbiamo già visto infatti che il rene produce una sostanza polipeptidica ,la renina, che aumenta la pressione producendo l'angiotensina II: il rene malato produce troppa renina che induce l'ipertensione arteriosa. Da questa breve rassegna delle cause di ipertensione si può dedurre che la pressione arteriosa non solo non deve essere troppo bassa, ma nemmeno troppo alta, pena la malattia e la morte. Il
controllo che il corpo mette per evitare questi due estremi è molto raffinato e falsifica anch'esso l'evoluzionismo graduale darwiniano che si interessa molto della morfologia dei viventi, ma pochissimo al loro reale funzionamento