In precedenti articoli ho dimostrato che il cuore è responsabile del pompaggio del sangue nel circolo generale per inviare a tutti i tessuti i nutrienti necessari e l'ossigeno che è importantissimo ed essenziale per i bisogni energetici delle cellule e in particolare dei muscoli. Ho già detto che il corpo per le sue necessità energetiche richiede a riposo 250 ml. al minuto di ossigeno e in caso di intensa attività come una corsa veloce necessita di 3500 ml. di ossigeno al minuto.
Per fornire questo fabbisogno di ossigeno il cuore deve pompare a riposo circa 5 lt. di sangue al minuto, e in caso di corsa veloce il cuore deve pompare 25 litri di sangue al minuto. Ma il cuore, per la sua attività muscolare deve essere vascolarizzato, cioè lui stesso ha bisogno di ossigeno per la sua attività energetica ed è fornito quindi di vasi sanguigni chiamati arterie coronarie, che partono da una zona al di sotto delle valvole aortiche e irrorano di sangue tutto il cuore. A riposo il cuore necessita di circa 250 ml. di sangue al minuto, in caso di attività intensa come corsa veloce il cuore necessita di 1000 ml. di sangue al minuto, ed è quello che avviene realmente attraverso le arterie coronariche. Abbiamo già visto che in caso di corsa veloce si attiva il sistema simpatico che scarica adrenalina e noradrenalina provocando una maggior forza di contrazione cardiaca, un aumento di ritorno venoso al cuore e un aumento della frequenza dei battiti cardiaci al minuto; questi tre fattori contribuiscono ad aumentare la gittata cardiaca. Il sistema nervoso simpatico determina anche una vasocostrizione
periferica, nei piccoli vasi, ma nei vasi coronarici e nei vasi muscolari, attraverso delle fibre speciali B adrenergiche provoca una vasodilatazione dei piccoli vasi anzicchè una vasocostrizione e si può benissimo capire il perché: la vasodilatazione fa aumentare il
flusso di sangue ai muscoli che devono lavorare di più in caso di attività muscolare intensa. Sembra proprio che il corpo sappia perfettamente quello che deve fare per sopravvivere. Ma come tutti gli organi anche le coronarie si possono ammalare. La malattia più frequente delle coronarie nell'età moderna e' l'arteriosclerosi, cioè la deposizione di materiale grasso nella parete interna delle arterie, con conseguente ostruzione delle arterie. Le arterie coronarie ostruite possono dare meno sangue alla zona del cuore irrorata da esse e possono far insorgere la malattia chiamata angina pectoris; il muscolo mal irrorato entra in sofferenza, in caso di sforzo notevole e si scatena un crampo doloroso: anche il cuore, quando l'irrorazione è insufficiente per i suoi bisogni energetici, scatena un dolore costrittivo presente nel petto con irradiazione all'arto superiore sinistro, al collo ed anche talvolta all'addome superiore. Quando la persona, a causa del dolore è costretto a fermarsi il dolore cessa. Certe volte però accanto alla placca arteriosclerotica coronarica, si forma un coagulo di sangue, per l'intervento di fattori chimici coagulanti e si ha la cosiddetta trombosi coronarica, con chiusura totale del lume arterioso e morte del tessuto cardiaco a valle dell'ostruzione. Abbiamo l'infarto del miocardio, malattia più grave dell'angina pectoris che può condurre ad una grave invalidità ed anche alla morte. La malattia coronarica ha quindi un effetto sulla capacità funzionale del cuore, e ci fa vedere che il diametro delle coronarie e il flusso sanguigno doveva essere regolato bene sin dall'inizio della storia dell'uomo, per dare all'uomo la capacità di sopravvivere nella lotta per l'esistenza. Questa funzione coronarica quindi doveva essere subito ottimale, e non aumentare a poco a poco per piccoli passi come vorrebbe il meccanismo darwiniano. Il corpo deve aver saputo subito come fare per aumentare il flusso coronarico e la gittata cardiaca per sopravvivere. La prossima volta vedremo il lavoro che fanno le valvole cardiache.