Esiste nei mammiferi una struttura funzionale integrata di alto livello che è chiaramente progettata per lo scopo di fornire l'elemento essenziale al neonato il latte. Questo sistema ha inizio con un ormone specifico, la prolattina, secreto dalla regione anteriore dell'ipofisi, la più importante ghiandola endocrina dell'organismo. La prolattina è un polipeptide composto da 199 aminoacidi la cui porzione N-terminale ,rende inattiva la molecola e serve come peptide segnale per indirizzare la proteina verso l'apparato del Golgi. Prima che arrivi all'apparato del Golgi è anche glicosilata; quando entra nell'apparato del Golgi viene deglosilata e diventa atta ad essere immagazzinata nei granuli di secrezione pronta ad essere secreta per la sua azione biologica che verrà effettuata quando sarà rimosso il peptide n-terminale. Normalmente però l'ipotalamo, una struttura cerebrale posta vicina all'ipofisi e che instaura con essa un piccolo circolo venoso di tipo portale, inibisce la secrezione di prolattina che è l'unico ormone dell'pofisi che viene inibito dall'ipotalamo' .tutti gli altri ormoni dell'ipofisi vengono invece attivati dall'ipotalamo.
La sostanza principale che è prodotta dall'ipotalamo e che disattiva la prolattina è la dopamina che possiede una forte azione inibente la produzione della prolattina. Tutto questo ha evidentemente una logica finalistica giacchè la prolattina ha una azione sulla produzione del latte e deve essere attiva e presente in forte quantità solo durante l'allattamento. Ed infatti il principale stimolo capace di attivare la prolattina è la suzione della mammella da parte del bambino. Quando avviene questo si attiva un circuito nervoso che a partire dal capezzolo della mammella arriva al nucleo paraventricolare dell'ipotalamo: quivi viene secreta una forte quantità di serotonina (5-idrossi triptammina) che induce le cellule lattotrofe dell'ipofisi a secernere prolattina ma non in via diretta ma tramite l'attivazione da parte della serotonina del Vip,(peptide vasoattivo intestinale); è quest'ultimo attivato che scatena la secrezione dell'ormone lattoforo. La prolattina possiede anche un'azione feedbak negativa verso se stessa in quanto valori alti di prolattina nel sangue inibiscono la sua secrezione. I recettori della prolattina sono presenti
soprattutto nelle cellule ghiandolari della mammella. La prolattina nella mammella si lega a due recettori che ,appena legatasi ad essa si accoppiano formando un dimero. Il dimero formatosi attiva la proteina Jak che è una tirosina chinasi, in grado cioè di fosforilare residui di tirosina da altre proteine. Le proteine Jak fosforilano alcuni residui di tirosina dei dimeri dei recettori della prolattina. Un altro tipo di proteine chiamate STAT sono
capaci di legarsi ai dimeri del recettore fosforilati dopodi che sono fosforilate anch'esse dalle proteine Jak. La fosforilazione delle proteine STAT promuove la loro dimerizzazione e i dimeri delle proteine stat sono capaci di arrivare al nucleo cellulare dove si legano ai promotori dei geni delle proteine del latte attivando questi geni. Questi geni producono le principali proteine del latte, come la caseina, la lattoalbumina, la lattoglobulina gli enzimi che producono lattosio o igrassi del latte. Come si vede esiste un meccanismo straordinariamente complicato che grida progetto da tutte le parti. Il meccanismo è anche irriducibilmente complesso perchè
mancando anche uno solo dei componenti, come si può vedere da questa breve descrizione il sistema non può funzionare e l'allattamento del bambino sarebbe impedito.